
La lettura ad alta voce - un'esperienza didattica
Ogni giorno, in alcune delle nostre classi prime della Scuola Secondaria Negrelli, coltiviamo lettori e condividiamo la passione per i libri con la Lettura ad Alta Voce.
Secondo le numerose e più recenti ricerche dirette da Federico Batini, docente del Dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università degli Studi di Perugia, che cura la direzione scientifica di Leggere: forte! (progetto di ricerca in corso a livello nazionale sulla LAV, promosso dalla regione Toscana), i bambini che ascoltano sin dai primi anni di vita un “adulto significativo” leggere libri e storie hanno maggiori probabilità di successo nel percorso scolastico e di vita.
Introdurre in classe la lettura ad alta voce dei docenti per i propri studenti come pratica quotidiana in tutto il sistema di educazione e istruzione significa agire sul futuro culturale, formativo, relazionale, identitario e perfino occupazionale delle nuove generazioni, realizzando una pratica didattica di vera e propria democrazia cognitiva.
Infatti si riduce la disparità tra chi proviene da famiglie in cui si legge abitualmente e quelle in cui si legge poco o nulla, garantendo a tutti le stesse opportunità, limitando così la predestinazione all’insuccesso formativo che colpisce chi parte da posizioni di svantaggio e favorendo la cosiddetta “parità dei punti di partenza”.
La Lettura ad Alta Voce da parte dell’insegnante, in entrambe le classi prime (1C e 1E) della prof.ssa Silvia Ciech, è diventata una consuetudine quotidiana, iniziata con “Le favole che fanno crescere anche chi è già cresciuto” di Jacopo Perego, grazie alle quali nel corso dell’anno abbiamo discusso temi molto diversi. Per i ragazzi si tratta di un momento atteso, dove alla lettura fanno seguito i pensieri, le emozioni, le inferenze e alla fine la condivisione di una parola del giorno che ha lo scopo di guidarci durante l’intera giornata.
Ecco le parole della prof.ssa Chiech: "Per me la lettura ad alta voce, in classe con i mie studenti, rappresenta un momento di benessere durante il quale riesco ad esprimere pienamente la mia personalità e a ricreare un momento in aula “Per la meraviglia!” direbbe D. Pennac.